Lo scorso luglio, quando le discussioni tra Dassault Aviation e Airbus DS erano in fase di stallo sul tema della condivisione industriale attorno al primo pilastro del programma SCAF, Eric Trappier, amministratore delegato del costruttore aeronautico francese, ha intrapreso un'offensiva mediatica per presentare le alternative per la Francia se il programma aereo da combattimento europeo dovesse fallire. La base della risposta di Dassault si è quindi basata sulla progettazione di un importante sviluppo del Rafale, una sorta di Super-Rafale, associato a un drone da combattimento medio del tipo Loyal Wingman derivato dalle conquiste tecnologiche del programma nEUROn. Un mese dopo, in un articolo pubblicato su Meta-defense, abbiamo presentato diversi argomenti a favore di un simile approccio comparabile, basato su una versione dedicata alla guerra elettronica del Rafale e su un Loyal Wingman derivato dal Neuron, i due elementi considerati essenziali negli anni a venire, sia che il programma SCAF venga a declinare o meno.
Ovviamente, anche il Ministero delle Forze Armate, nonché lo Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare e della Marina Militare, avevano condotto un analogo ragionamento. Pertanto, nel quadro della legge di programmazione militare 2024-2030, è stato rapidamente ammessoera ora essenziale equipaggiare il Rafale nelle sue versioni future, con capacità per sopprimere le difese antiaeree nemiche, rappresentata dall'acronimo inglese SEAD, la guerra aerea in Ucraina avendo dimostrato, se necessario, la minaccia che i moderni sistemi antiaerei rappresentano oggi per chi intende ottenere la superiorità aerea, e soprattutto per chi, come la Francia e tutte le armi armate occidentali forze armate, ha affidato alle proprie forze aeree gran parte della propria potenza di fuoco.

Le capacità SEAD che equipaggeranno il Rafale negli anni a venire, in parte su standard F4 e completamente su standard F5, saranno molto probabilmente basate sullo sviluppo di nuove munizioni aria-terra antiradiazioni in grado di innalzare un radar raggio per distruggerlo trasmettitore, nonché potenti disturbatori che consentiranno a un Rafale non solo di proteggersi, ma anche di proteggere altri velivoli alleati che operano nell'area e non dispongono di sistemi di guerra elettronica efficienti come SPECTRA, come i caccia meno avanzati (Mirage 2000D, F-16..), droni ed elicotteri. Alla fine, il Rafale così equipaggiato che equipaggerà le forze aeree francesi durante il prossimo decennio, sarà relativamente vicino alla versione dedicata immaginata nell'articolo di agosto di Meta-Defense. D'altra parte, finora nulla indicava che sarebbe stato sviluppato un drone da combattimento di tipo Loyal Wingman per supportare il Rafale. Ora è fatto!
Infatti, nell'ambito delle discussioni parlamentari che inquadrano la prossima votazione della Legge di Programmazione Militare 2024-2030, il 16 maggio il ministero delle Forze armate ha presentato un emendamento con l'obiettivo di chiarire gli sforzi che saranno intrapresi per il programma Rafale, e in particolare per quanto riguarda la nuova versione F5 che sarà sviluppata durante questo periodo, per entrare in servizio intorno al 2035. Sapevamo già che il Rafale F5 sarà un dispositivo molto diverso precedente versioni, al punto che si tratta ora di dividere gli sviluppi futuri del dispositivo in due famiglie, una riguardante i dispositivi attualmente in servizio fino alle prime versioni dello standard F4, e una seconda diramazione destinata a portare nuove funzionalità che richiedono un profonda revisione della struttura del dispositivo, dallo standard 4.2 o 4.3, e che prenderà la sua piena misura nello standard F5.
L'emendamento presentato dal Ministero delle Forze Armate specifica quindi che lo sviluppo di questo nuovo ramo del programma Rafale, e dello standard F5, sarà in parte realizzato durante il LPM 2024-2030. Ma specifica anche alcune delle capacità che saranno sviluppate in questo contesto, come capacità di elaborazione notevolmente aumentate e soprattutto due nuove capacità chiave, vale a dire la soppressione delle difese antiaeree nemiche da un lato, nonché lo sviluppo di un drone da combattimento presentato come "derivato" dalle conquiste tecnologiche del programma nEUROn, che costituisce una prima comunicazione ufficiale francese, visto che l'argomento non è stato ancora affrontato come potenziale linea di lavoro.

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