Il Giappone sta investendo 3 miliardi di dollari per acquisire missili balistici ipersonici a lungo raggio entro il 2026

Dopo aver attraversato con relativa calma la seconda metà del Novecento e l'inizio del Novecento, sotto l'azione combinata della protezione americana e di un teatro di minore intensità nella competizione tra Stati Uniti e Unione Europea, l'Unione Sovietica dopo la Seconda Guerra Mondiale Guerra, il Giappone è oggi al centro del teatro potenzialmente più esplosivo del pianeta, sotto la minaccia simultanea di uno scontro sino-americano intorno a Taiwan, e di un conflitto tra le due Coree. In effetti, il paese è ora nel raggio d'azione sia dei missili cinesi a poco più di 3000 km, sia delle nuove capacità balistiche nordcoreane, i due paesi distano solo 1000 km. Inoltre, il Giappone è un Paese particolarmente vulnerabile agli attacchi strategici, anche convenzionali, con solo il 29% della sua area potenzialmente utile (in grado di accogliere popolazioni), e aree ad altissima densità abitativa, come Tokyo che raggiunge i 6000 abitanti. km2.

Sapendo che il Giappone non può acquisire armi di distruzione di massa a causa della sua costituzione, la costituzione di una capacità deterrente convenzionale è ora essenziale di fronte a tali minacce, soprattutto perché il Paese potrebbe essere preso di mira "suo malgrado" da rappresaglie cinesi o nordcoreane misure a causa della significativa presenza di forze americane sul suo territorio. È in questo contesto che le autorità giapponesi hanno compiuto grandi sforzi negli ultimi anni acquisire capacità di risposta a lungo raggio con la recente acquisizione di 400 missili da crociera Tomahawk destinati ad armare i cacciatorpediniere Aegis delle forze di autodifesa navale giapponese. Tuttavia, questo annuncio è solo un primo passo verso il rafforzamento delle capacità deterrenti giapponesi. Tokyo, infatti, ha annunciato ieri la firma di un contratto del valore di 380 miliardi di yen, ovvero 3 miliardi di dollari, con la società Mitsubishi Heavy Industries, al fine di sviluppare e produrre in serie a partire dal 2026 un nuovo missile balistico ipersonico a lungo raggio. la modernizzazione del missile anti-nave di tipo 12.

Entrato in servizio nel 2012, il missile anti-nave Tipo 12 arma le batterie costiere delle forze di autodifesa giapponesi

Così, il missile Type 12, che oggi arma le batterie costiere giapponesi, vedrà aumentare la propria gittata da 200 km a 1000 km nella sua versione modernizzata, e secondo alcune fonti, fino a 1500 km nella sua versione aviotrasportata. Infatti, laddove l'attuale Tipo 12 equipaggia solo le batterie costiere delle forze di autodifesa, la sua evoluzione potrà armare anche navi, aerei e sottomarini attraversouna versione con un cambio di sfondi. Per far fronte a queste sfide, il missile sarà allungato, dotato di un nuovo motore, un nuovo cercatore, una struttura invisibile e un collegamento dati che consentirà la ricalibrazione dinamica della navigazione e l'allocazione dei bersagli. Il programma riceverà, secondo Janes, 33,8 dei 150 miliardi di yen previsti per l'anno fiscale 2023, e dovrà essere pienamente operativa entro il 2028.


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