Le lezioni della guerra in Ucraina sono numerose, e talvolta arrivano a minare gravemente alcuni paradigmi fortemente ancorati negli stati maggiori e nei ministeri della difesa occidentali. Due di queste lezioni riguardano direttamente la flotta di carri armati e blindati pesanti cingolati, considerati fino a pochi mesi fa troppo vulnerabili, pesanti e costosi per un discutibile relativo effetto operativo. È ormai chiaro che non solo i carri armati e i veicoli da combattimento di fanteria cingolati sono indispensabili per le manovre sia offensive che difensive, anche in teatro urbano, ma che nonostante questo ruolo chiave, rimangono vulnerabili, anche per i più efficienti e meglio protetti tra loro, e che è quindi necessario disporre di una certa massa non solo per ottenere l'effetto operativo desiderato, ma anche per assorbire l'attrito e continuare la manovra.
Mentre la questione dei carri armati e degli IFV inviati in Ucraina ha attirato l'attenzione dei media, ha anche in parte mascherato gli sforzi compiuti da molti paesi in Europa per modernizzare ed espandere la loro flotta corazzata pesante, mentre i contratti per l'acquisizione di Leopard 2, Abrams, K2 e altri I CV90 sono stati costantemente annunciati negli ultimi mesi. Le ultime informazioni ad oggi, e al di là dei contratti faraonici annunciati da Varsavia che prevede di acquisire 1000 carri armati K2 oltre ai 250 M1A2 SEPv3 Abrams già ordinati insieme a 1400 VCI Borsuk, la Romania che ha annunciato l'intenzione di acquisire 54 carri armati americani M1A2 Abrams utilizzato per modernizzare un battaglione corazzato, mentre La Germania negozia con Berna il riacquisto del Leopard 2 messo fuori servizio in Svizzera per rinforzare la Bundeswehr, e probabilmente compensare i Leopard 2A6 inviati in Ucraina da Berlino.

Ieri è stata la volta di Roma per annunciare la sua intenzione di acquisire 125 carri armati pesanti che fungeranno da capacità di transizione accanto a 125 Ariete C-1 modernizzati, oltre a un numero imprecisato di nuovi mezzi da combattimento di fanteria pesante, in sostituzione dell'Ariete e dei 200 IFV Dardo ritenuti ormai obsoleti di fronte alla realtà dimostrata in Ucraina. L'obiettivo delle autorità italiane è dotare rapidamente il proprio esercito di 250 carri armati pesanti e probabilmente da 200 a 250 IFV moderni in modo da rispondere alla minaccia, prima di entrare in un programma corazzato di nuova generazione, citando il programma franco-tedesco MGCS, per eventualmente ricapitalizzare la componente pesante del suo esercito. Tuttavia, due paesi europei si distinguono in questo sforzo collettivo. In primo luogo, Gran Bretagna, che rimane invischiata in un cieco programma Ajax per l'acquisizione di 589 veicoli da combattimento di fanteria cingolati pesanti, e che avrà solo 148 carri pesanti Challenger 3, anche se questi saranno soggetti a un'intensa modernizzazione, rendendoli probabilmente uno dei migliori carri armati del momento. D'altra parte, la Francia, che nonostante un'importante legge urbanistica in preparazione, avrà solo 200 Leclerc parzialmente ammodernati, e che non ha, per il momento, previsto di dotarsi di veicoli da combattimento di fanteria cingolata pesante.
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