La prossima legge di programmazione militare francese, che coprirà il periodo dal 2024 al 2030, si preannuncia ambiziosa, con uno sforzo di difesa portato a oltre il 2,25% del Pil, e un aumento di quasi il 35% della dotazione di bilancio per gli eserciti. Tuttavia, a parere di molti analisti ed ex alti ufficiali e generali, non consentirà di rimediare ad alcune carenze critiche delle forze armate, in particolare in termini di formato. Questo sarà il caso della flotta di caccia dell'Air and Space Force, che sperimenterà sicuramente un aumento di potenza con la consegna di 80 velivoli Rafale in questo periodo, rafforzando i circa 82 caccia nel parco oggi. Con i 55 Mirage 2000D modernizzati ancora in servizio nel 2030 e con il ritiro dei Mirage 2000-5fs, schiererà quindi solo 206 cacciatori in questa data, mentre il suo stato maggiore generale stimava anche prima della guerra in Ucraina che fosse necessario un formato di 225 aerei da combattimento per adempiere al suo contratto operativo. Al di là di questa percezione nel 2030, i caccia francesi attraverseranno un punto di minimo intorno al 2028, quando i 2000-5f saranno ritirati dal servizio, mentre non sarà ancora completata la consegna degli 80 Rafale in programma fino al 2030. termine.
Per affrontare questi problemi, tuttavia, non è realistico aspettarsi la consegna di ulteriori Rafale entro il 2030. Infatti, mentre Dassault Aviation ha effettivamente aumentato i suoi tassi di produzione, puntando a un tasso di consegna mensile di 4 velivoli, ovvero 48 cacciatori all'anno contro solo 11 nel 2014 non ha alcun interesse ad andare oltre questo tasso, che esaurirebbe il proprio portafoglio clienti ben prima del 2035 e dell'inizio della produzione del futuro Next Generation Fighter del programma SCAF, anche tenendo conto il restante potenziale di esportazione del Rafale sulla scena internazionale. In altre parole, se molto probabilmente verranno consegnati ulteriori Rafale ai caccia francesi, sia per sostituire i Mirage 2000D modernizzati, i Rafale M più vecchi, sia anche per compensare le probabili vendite di seconda mano che da qui avverranno, non è ragionevole, dal punto di vista dell'ottimizzazione dello strumento industriale, quindi dei costi, che tali consegne avvengano entro la fine della LPM 2024-2030.

Si potrebbe tuttavia ipotizzare una soluzione che consenta di dare all'Aeronautica Militare il potenziale e la flessibilità operativa necessarie per affrontare le sfide del decennio in corso, preservando al tempo stesso un funzionamento ottimale dello strumento del produttore francese di difesa aeronautica. Infatti, tra le tante forze aeree che hanno ordinato negli ultimi anni il nuovo caccia francese, gli Emirati Arabi Uniti si caratterizzano non solo per il volume record di velivoli ordinati, 80 Rafale F4 per 16 miliardi di euro, ma anche per la composizione del caccia flotta che questi Rafale sostituiranno, in questo caso 58 Mirage 2000-9, la versione di maggior successo ed efficiente del caccia monomotore di Dassault Aviation. In questo contesto, sarebbe rilevante, per l'Aeronautica Militare, ma anche per le finanze pubbliche, rilevare tutta o parte di questa flotta al fine di aumentare la densità della caccia francese, e quindi affrontare le sfide operative e di sicurezza che si profilano negli anni a venire?
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