Neuron, E-MBT, SMX31…: Possiamo superare le impasse del futuro LPM per la ricerca e le attrezzature per gli eserciti?

Mentre lo Stato Maggiore, il Ministero delle Forze Armate e l'Eliseo stanno mettendo a punto gli ultimi dettagli della futura Legge di Programmazione Militare che riguarderà il periodo 2024-2030, numerosi echi più o meno ufficiali suggeriscono che, nonostante un fortissimo incremento di bilancio, che consentano di raggiungere uno sforzo di difesa di quasi il 2,3% del PIL nel 2030, numerosi programmi di ricerca e sviluppo di equipaggiamenti per la difesa, nonché di equipaggiamenti per gli eserciti, dovranno essere dilazionati o anche puramente e semplicemente ignorati, a causa ai vincoli di bilancio. Infatti, sotto l'azione congiunta di un drammatico sottoinvestimento nella difesa nei 20 anni precedenti la precedente LPM 2017-2025, e del rapidissimo deterioramento (dal punto di vista pubblico e politico comunque) della situazione della sicurezza negli ultimi anni e mesi, i budget saranno concentrati per soddisfare le esigenze più immediate e i programmi più critici.

A causa dell'organizzazione della sua Base Industriale e Tecnologica di Difesa, o BITD, la Francia dipende notevolmente dalle sue esportazioni di difesa per mantenere la propria autonomia strategica, l'assetto nazionale, pur in forte crescita, non sufficiente a raggiungere la soglia di attività necessaria per mantenere e sviluppare tutto il know-how tecnologico e industriale necessario in questo campo. Concentrando i propri sforzi di bilancio su questi programmi critici, molti dei quali hanno un potenziale di esportazione molto limitato, come la portaerei di nuova generazione, i sottomarini con missili balistici nucleari di terza generazione o persino il missile nucleare aviotrasportato, e altri in settori molto competitivi, come nel campo dei droni, cyber, nonché veicoli corazzati leggeri e fregate, questo LPM può portare a un rafforzamento degli eserciti ma anche a un indebolimento, a termine, del BITD, a causa della mancanza di prodotti e attrezzature altamente attraenti in il catalogo, come avviene oggi, ad esempio, del CAESAR o del Rafale.

Confermato dal presidente E. Macron durante il saluto agli eserciti, la futura portaerei di nuova generazione ha solo un bassissimo potenziale di esportazione

Si potrebbe pensare che la soluzione di un problema così critico spetti esclusivamente allo Stato, e che spetti a questo rilasciare più crediti per rispondervi. Questo però significherebbe ignorare la situazione dei conti pubblici oggi, ampiamente provata dalla crisi del Covid, e lo sforzo molto concreto che si appresta a compiere nell'ambito della LPM. Così come si potrebbe pensare che spetti alle imprese della difesa farsi carico dei costi di R&S per equipaggiamenti ad alto potenziale di esportazione. Ciò significherebbe anche ignorare che l'esportazione di materiale per la difesa è molto spesso legata al suo utilizzo negli eserciti nazionali, e che ha una componente politica molto importante, mentre le recenti iniziative del BITD in questo campo raramente hanno dato luogo a forti sostegno dello Stato per l'esportazione di queste apparecchiature. Dovremmo quindi rassegnarci a vedere disintegrarsi negli anni a venire l'autonomia strategica e il potere di difesa industriale della Francia? Non necessariamente …


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