Prima del conflitto in Ucraina, diversi specialisti hanno messo in dubbio l'efficacia dei droni MALE in un cosiddetto conflitto ad alta intensità, giudicandoli troppo vulnerabili alle moderne difese antiaeree. Tuttavia, durante le prime settimane di combattimento, i Bayraktar TB2 forniti dalla Turchia all'Ucraina hanno svolto un ruolo importante nell'arrestare l'avanzata delle colonne russe verso Kiev, riuscendo a insinuarsi nelle porose difese antiaeree messe in atto dalle forze russe in modo ovviamente mal pianificato offensivo e per colpire o guidare attacchi di artiglieria contro colonne di rifornimento, armature e persino diversi sistemi di difesa antiaerei. È bastato a molte voci, in Europa ma anche in Francia, supportare questa capacità, e invitare gli eserciti nazionali a dotarsi rapidamente di droni MASCHILI "economici" come il TB2, per riprodurre il piano tattico messo in atto. dallo Stato Maggiore ucraino. Tuttavia, oltre la seconda fase di questa "operazione militare speciale" russa in Ucraina dalla fine di marzo, la situazione per questi sistemi è cambiata radicalmente, poiché le forze russe hanno iniziato a implementare un sistema di difesa aerea integrato senza soluzione di continuità per difendere i loro assalti di terra.
Infatti, ormai da due mesi, delle TB2 ucraine si parla poco, se non per guidare gli attacchi contro le navi russe, in particolare per la distruzione dell'incrociatore Moskva. Secondo gli stessi operatori ucraini, I TB2 non sono più utili nel Donbass, questi non essendo in grado di penetrare negli spalti difensivi antiaerei schierati dalle forze russe e facendo affidamento su un triplo strato di sistemi; l'S-400 e l'S-300 a lungo raggio per la difesa del teatro di media e alta quota, il Buk M2/M3 per la difesa divisionale di media e bassa quota e il TOR M1/M2 per la difesa a corto raggio per la bassa e bassissima quota, inoltre ai sistemi SHORAD come Tunguska, Sosna e MANPADS. Questa impressionante capacità difensiva è ulteriormente supportata da una grande concentrazione di mezzi di guerra elettronica rendendo molto rischioso il controllo dei droni leggeri. La situazione è talmente congelata che gli operatori di droni ucraini vengono a raccomandare agli Stati Uniti di non consegnare i 4 sistemi MALE MQ-1C Grey Eagle promessi da Washington, per paura che questi sistemi vengano immediatamente neutralizzati dal DCA russo, e il loro prezioso -tecnologie di bordo dalla caduta nelle mani del nemico.

Sfortunatamente per i difensori ucraini, al di là delle capacità di attacco, la neutralizzazione dei droni, siano essi MASCHILI o leggeri, crea un grave svantaggio tattico, mentre lo stato maggiore ucraino ora fa affidamento sulla precisione e allunga la parte più importante dei sistemi di artiglieria europei e americani per compensare la sua inferiorità numerica critica in questo settore. Infatti, in assenza di droni per riconoscere i bersagli nelle profondità del dispositivo russo, e per dirigere gli attacchi di artiglieria e lanciarazzi multipli, gli ucraini non potranno più fare affidamento solo sull'intelligence a terra, o sulle informazioni fornite da i radar controbatteria forniti dall'Occidente, senza poterne, inoltre, valutare l'efficacia. In un contesto di marcata inferiorità numerica in termini di sistemi di artiglieria, si tratta di un vincolo per gli ucraini che potrebbe mettere a repentaglio la loro capacità di difendere il Donbass dalla spinta russa.
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