Mentre il paese deve ancora affrontare un'intensa ribellione da parte dello Stato islamico, mentre le milizie sciite sotto il controllo iraniano continuano a crescere nel suo territorio e mentre le ambizioni turche nel nord del paese minacciano le regioni curde, l'Iraq sta cercando di modernizzare le sue forze armate, negoziando programmi di difesa con i suoi partner storici, Stati Uniti, Russia e Francia. Tuttavia, come molto spesso accade a Baghdad, è molto difficile vedere chiaramente negli annunci delle autorità irachene, che non mancano di contraddizioni o addirittura di informazioni molto improbabili, come quella citata all'inizio di quest'anno relativa alla la vendita di 14 Rafale francesi per un importo di 240 milioni di dollari, un prezzo totalmente estraneo a quelli praticati dall'aviazione Dassault e da Parigi sulla scena internazionale, anche per gli aerei di seconda mano.
Tuttavia, l'8 maggio il ministero della Difesa iracheno ha annunciato molto ufficialmente di aver firmato diversi contratti di difesa con Francia e Stati Uniti. Washington avrebbe quindi accettato di consegnare a Baghdad nuovi sistemi di artiglieria nonché sistemi di difesa antiaerea destinati a fornire protezione contro minacce come missili da crociera, razzi e artiglieria e proiettili di mortaio o C-RAM, munizioni usate in diverse occasioni dai caccia IS ma anche da alcune milizie sciite per colpire le infrastrutture civili e militari irachene, in particolare quelle che ospitano personale americano. I modelli esatti che sarebbero stati acquisiti non sono stati rivelati, ma nel campo C-RAM le forze statunitensi implementano solo il sistema antiaereo a corto raggio NASAMS e la versione terrestre del famoso CIWS Phalanx, quest'ultimo a protezione in in particolare l'ambasciata americana a Baghdad. La vaghezza è appropriata anche per quanto riguarda i sistemi di artiglieria americana che sarebbero stati acquisiti, si tratta di cannoni semoventi da 155 mm M109, obici leggeri da 155 mm M777 o il molto pubblicizzato lanciarazzi HIMARS.

Le cose non sono certo più chiare con Parigi, soprattutto perché anche le autorità francesi sono molto discrete sull'argomento. Pertanto, sembra che Baghdad intenda ordinare a uno squadrone di aerei da combattimento Rafale di modernizzare le sue forze aeree, poiché se ne parla da diversi mesi sulla stampa specializzata. L'aereo francese, già in servizio in Grecia ed Egitto, e ordinato dagli Emirati Arabi Uniti, è infatti una risorsa importante nel dissuadere Teheran o Ankara da manovre troppo audaci nello spazio aereo iracheno, pur essendo molto efficace nel supportare le truppe impegnate a terra in contro- insurrezione contro Daesh. Tuttavia, il dispositivo è tutt'altro che fornito, anche in un'ipotesi di seconda mano, La Croazia, ad esempio, ha acquistato 12 aerei di seconda mano per 1 miliardo di euro, molto lontano dai 240 milioni di dollari per 14 Rafale citati da Baghdad. Inoltre, la pressione operativa e industriale del momento rende molto improbabile che la Francia possa separarsi da 14 velivoli di seconda mano negli anni a venire, a meno che non metta a rischio oltre ogni ragionevolezza le proprie capacità difensive e operative.
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