Che si tratti dell'intransigenza di Mosca, degli eccessi della propaganda russa, del massacro di Bucha, o di un sottile miscuglio dei tre sfumato da una diminuita paura del potenziale militare degli eserciti russi, sta di fatto che, da qualche giorno, le linee sembrano di essersi mosso in Europa, e più in generale in Occidente, per quanto riguarda il supporto militare fornito a Kiev per far fronte all'aggressione russa, e in particolare per resistere al prossimo massiccio attacco nel Donbass, come annunciato. In effetti, la Repubblica Ceca ha appena annunciato l'imminente consegna di diverse dozzine di carri armati T-72M1 e veicoli da combattimento di fanteria BMP-1 Eserciti ucraini, aprendo la strada ad altri paesi, con riserve più grandi e attrezzature più moderne, per fare lo stesso.
Il T-72M1 è una versione derivata del T-72A1, che equipaggiò gli eserciti sovietici e quelli del Patto di Varsavia nei primi anni 80. Se il veicolo blindato è, per molti aspetti, obsoleto, può comunque rivelarsi molto utile per rilasciare attrezzature più efficienti per il dispiegamento nella probabile zona offensiva del Donbass, o anche intorno a Mikolaiev. Inoltre, entrambe le forze russe e ucraine usano questo modello, dal momento che La Russia ha documentato la perdita di 14 T-72A e AV, mentre gli ucraini hanno perso 3, in entrambi i casi il 3% delle perdite documentate di carri armati. Il fenomeno è ancora più significativo per il modello di veicolo da combattimento della fanteria BMP-1, con 28 veicoli blindati di questo tipo persi dalla Russia (6% delle perdite IFV) e 29 per l'Ucraina (38% delle perdite documentate da VCI). In altre parole, i carri armati inviati da Praga non sono in alcun modo inadatti alle esigenze degli eserciti ucraini nell'attuale conflitto.

Al di là del contributo operativo rappresentato dall'iniziativa ceca, il trasferimento di questi mezzi blindati rappresenta anche una profonda rottura con l'atteggiamento tenuto dagli occidentali dall'inizio del conflitto, questi ultimi che si sono finora sempre rifiutati di consegnare armamenti pesanti all'Ucraina, con poche eccezioni come il trasferimento di diversi veicoli blindati Bushmaster resistenti alle mine donati dall'Australia. Per gli europei ei membri della NATO si trattava soprattutto di evitare che tale posizione diventasse un pretesto per Mosca per prolungare il conflitto, e per arrivare a minacciare alcuni paesi esposti come gli Stati baltici o la Finlandia. Il fatto che l'armatura ceca abbia ricevuto l'approvazione dalla NATO per la consegna, ma anche dalla Germania, che aveva diritto di veto sui BMP-1 che in precedenza appartenevano agli eserciti della Germania orientale, mostra un profondo cambiamento in quest'area.
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