Con il ritorno della minaccia dei cosiddetti conflitti ad alta intensità, cioè opposti ad eserciti pesantemente equipaggiati con accesso a tecnologie avanzate, molti eserciti europei si interessarono nuovamente ai sistemi di difesa antiaerea a corto raggio, o SHORAD (Difesa aerea a corto raggio) per l'acronimo inglese, per poter proteggere forze mobili e siti sensibili da aerei da combattimento, elicotteri o missili da crociera. Ma il ruolo centrale svolto dai droni e dalle munizioni vaganti dispiegati dalle forze azere durante la guerra del Nagorno-Karabakh del 2020, ha evidenziato l'urgenza di questa esigenza, a fronte di armi il cui uso non è più riservato agli eserciti high-tech.
In quanto tali, le soluzioni SHORAD sono ora spesso al centro dell'attenzione dei media e delle delegazioni alle fiere sugli armamenti, come è avvenuto durante la mostra IDEX 2021 tenutasi la scorsa settimana negli Emirati Arabi Uniti. Di conseguenza, molti produttori si sono lanciati in una corsa per offrire la loro soluzione SHORAD, e quindi potenzialmente attirare nuovi clienti, anche se l'urgenza di acquisire questi sistemi sembra non essere stata ancora completamente integrata dai decisori politici che guidano lo sviluppo. e piani di ammodernamento delle forze armate, in particolare in Europa.

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