Ovviamente, il presidente francese Emmanuel Macron e il suo omologo greco, il primo ministro Kyriakos Mitsotakis, hanno deciso di andare rapidamente e lontano in termini di cooperazione militare e industriale tra Francia e Grecia, per bloccare la strada verso il Turchia nel Mediterraneo orientale. In effeti, secondo la stampa greca, citando fonti ufficiali concomitanti, i due uomini si incontreranno il 10 settembre per firmare un accordo di Difesa, ma anche, se le scadenze saranno rispettate, la firma di ordinando uno squadrone di aerei Rafale, così come, potenzialmente, l'ordine delle due fregate FDI Belh @ rra, che fino ad ora era stato fermato.
I due capi di Stato, infatti, hanno ovviamente deciso di dirigere direttamente queste pratiche che hanno assunto una dimensione strategica per i due Paesi. Da parte greca, è l'entusiasmo, perché è necessario ottenere l'approvazione di tutti i ministeri interessati da tali acquisizioni, oltre che del Parlamento, in tempi brevissimi. Negli ultimi giorni sono aumentati gli incontri con i funzionari francesi del Ministero della Difesa e della DGA, nonché con gli industriali interessati dal fascicolo, in modo da poter presentare per tempo un fascicolo completo alle autorità statali. per convalidare quello che sarebbe, secondo la stampa greca specializzata, lo sforzo più importante a favore della difesa e delle capacità di deterrenza della Grecia dal 1974.

Da parte francese, il presidente Emmanuel Macron si sarebbe preso cura del fascicolo, in particolare per quanto riguarda gli aspetti di bilancio, permettendo, a quanto pare, di trovare accordi concreti con Atene. Così, il 18 o 20 Rafale acquisito dalla Grecia verrebbe venduto per circa 1 miliardo di euro, un prezzo particolarmente basso, anche tenendo conto degli 8 aerei di seconda mano venduti gratuitamente dalla Francia. Possiamo dedurre da questa busta che tutta l'addestramento degli equipaggi greci e delle squadre di terra sarà effettuato dall'Aeronautica Militare ed eventualmente dall'aeronautica navale schierata sul posto in Grecia in applicazione del Trattato di difesa, in modo da consentire la rapida entrata in servizio della squadriglia greca. Informazioni su il possibile ritorno del Belh @ rra nei negoziati franco-greci, se erano attesi, rimangono molto frammentati. Tuttavia, ci si può aspettare che, come nel caso dei Rafales, l'intervento presidenziale sul caso abbia consentito di ridistribuire i costi di sviluppo riguardanti le specifiche richieste della Grecia, in modo da abbassare il prezzo. a un livello accettabile per Atene.
Come avevamo già discusso in un precedente articolo riferendosi alla Rafale di seconda mano in Grecia, il calo del prezzo finale, che si tratti del contratto Rafale o delle 2 fregate Belh @ rra, non implica nessun vincolo sul bilancio dello Stato francese, o contribuenti. Questo argomento è stato approfondito nel 2018 durante lo studio sull'applicazione del modello “Base Defense” alla Grecia, studio frutto di una collaborazione con la commissione elettorale Difesa del partito Nuova Democrazia. In effetti, le entrate fiscali e sociali (che si applicano direttamente al bilancio dello Stato che compensa i deficit sociali ogni anno) legate all'esecuzione dei contratti di esportazione, compensano ampiamente la partecipazione dello Stato, sia diretto, sia come qui, indotto dalla donazione di velivoli di seconda mano dell'Aeronautica Militare che saranno sostituiti da nuovi velivoli con l'estensione di futuri ordini.

Comunque sia, la cooperazione militare e industriale che, a quanto pare, si sta instaurando su iniziativa dei due capi di Stato, è unica nella storia europea recente, che peraltro in tempi di forte tensioni come quelle che la Grecia deve affrontare oggi. Se è probabile che alcune cancellerie avranno una visione molto negativa di questa iniziativa bilaterale, e soprattutto le sue potenziali conseguenze sui rapporti tra l'Unione Europea e Ankara, è possibile anche che altri paesi, i più esposti come gli Stati baltici, la Finlandia oi paesi che si affacciano sul Mar Nero, nonchéuna certa parte dell'opinione pubblica europea, la considerano la risposta attesa in termini di riassicurazione e deterrenza. Anche se la Francia dispone, di fatto, di mezzi convenzionali limitati, la determinazione mostrata dal Capo dello Stato di affiancare il suo alleato greco, potrebbe effettivamente modificare la percezione degli europei riguardo l'offerta francese di estendere la deterrenza francese ai suoi alleati. Cosa ridare, anche al di fuori delle istituzioni europee, colora l'idea di una difesa europea che vada oltre la cooperazione industriale e l'arbitrato NATO, come ambito, finora senza molto successo, di Parigi.