Secondo la stampa israeliana, il Pentagono ha rinunciato all'acquisizione di ulteriori sistemi Iron Dome per rafforzare le sue capacità di protezione ravvicinata, a causa di un'incompatibilità del sistema israeliano con la rete di difesa antiaerea impiegata dall'esercito americano. Secondo il generale Mike Murray, comandante del Future Command of the US Army, le analisi hanno evidenziato diversi problemi, in particolare in termini di cybersecurity, e soprattutto in termini di interoperabilità con gli altri sistemi di difesa impiegati, ed in particolare quelli che articolano i sistemi. Patriota.
Questo annuncio non mette in discussione l'acquisizione delle prime due batterie annunciate nel 2019, che sono ancora attese dall'esercito americano come soluzione di backup in attesa di una soluzione tecnologica duratura, per proteggere le infrastrutture sensibili da colpi di proiettili, razzi o droni, specialità dell'Israeli Iron Dome. Si noti che questo annuncio non elimina l'Iron Dome dalla gara d'appalto globale per l'acquisizione di un sistema di protezione ravvicinata per l'esercito americano nell'ambito del super programma Big 6. in questo caso, spetterà al produttore proporre soluzioni per garantire l'interoperabilità e la sicurezza informatica del proprio sistema.

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