È apparso pochi giorni fa su Twitter, le foto che mostrano ten caccia leggero cinese J10C nei colori dell'APLAF equipaggiato con il motore locale WS-10 è un passo molto più grande di quanto sembri per l'industria dell'aviazione militare del paese. Certo, il motore WS-10 non è nuovo e ha già equipaggiato combattenti simili J-11B, alcuni J-15 e J-16. Ma l'inaffidabilità del motore ha finora costretto le autorità cinesi a utilizzarlo solo su velivoli bimotore, monomotore, come il J-10, che oggi costituisce la spina dorsale dell'aeronautica militare PLA con quasi 500 unità in servizio, rimaste fedeli ai motori di fabbricazione russa, ed in particolare al turbogetto AL-31 che equipaggia in particolare i Su-30 e Su-35 dell'aeronautica del Cremlino.
Va detto che lo sviluppo di un potente motore è considerato la fase più complessa e delicata nella progettazione di un aereo da combattimento. E finora, solo 5 aziende al mondo, vale a dire le americane Général Electrique e Pratt & Whitney, la britannica Rolls-Royce, la francese Safran e la russa NPO Saturn, avevano un tale know-how. Per i paesi con l'ambizione di sviluppare la propria capacità industriale per raggiungere una certa forma di autonomia strategica, questo è quindi un passaggio critico ma anche complesso e rischioso, poiché le insidie sono numerose. Due paesi hanno intrapreso un tale sviluppo negli ultimi anni, l'India con il motore Kevari e la Cina con i motori WS-10 e WS-15.

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