Ogni anno, in occasione della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, viene pubblicato un rapporto per evidenziare i punti chiave della sicurezza globale. Rapporto di quest'anno, come sempre ricchissimo, si sofferma in particolare sulla valutazione dei mezzi militari che sarebbero effettivamente a disposizione dei membri della NATO se gli Stati Uniti dovessero ritirarsi da essa, in caso di un'aggressione militare russa contro alcuni paesi. Baltico e Polonia. E le conclusioni attestano un flagrante divario tra i mezzi disponibili in Europa e quelli ritenuti necessari dal comando integrato dell'Alleanza Atlantica.
Le forze terrestri sono, come ci si potrebbe aspettare, molto esposte a questo deficit di capacità. Dunque, che delle 33 brigate corazzate o meccanizzate necessarie a difendere il teatro delle operazioni, gli europei potrebbero schierarne solo 26, mentre i 20 battaglioni di artiglieria da 155mm che possono essere mobilitati rappresentano solo il 60% dei 36 battaglioni richiesti. . La debolezza più importante delle forze terrestri europee è, non sorprende, nell'area della difesa antiaerea. Infatti, secondo la NATO, non avrà alcun battaglione di difesa antiaerea, creando un deficit di 26 battaglioni equipaggiati con missili a lungo raggio (PAtriot, Aster) e 36 battaglioni dotati di missili a corto raggio. In altre parole, le 26 brigate che la NATO avrebbe a disposizione non beneficerebbero di alcuna difesa antiaerea se non di missili a spalla come lo Stinger o il Mistral.

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