Il discorso pronunciato questa mattina dal presidente francese Emmanuel Macron agli stagisti della Scuola di Guerra, era atteso dalla comunità della Difesa nazionale, ma anche europea. E il minimo che possiamo dire è che queste aspettative erano giustificate. In effetti, in un discorso di poco più di un'ora di incredibile densità, il presidente francese ha elaborato una valutazione realistica ma preoccupante del futuro della sicurezza internazionale, in Europa come nel mondo, e ha delineato la posizione francese, sia in termini di deterrenza, che di difesa del Europa, intervento nei teatri stranieri e ruolo della Francia negli organismi internazionali.
Scegliendo la Scuola di Guerra, luogo in cui vengono formati ufficiali francesi, ma anche molti ufficiali stranieri, per acquisire le conoscenze, il know-how e le capacità interpersonali indispensabili per diventare un alto ufficiale e forse un ufficiale generale, il presidente Macron ha fatto un forte riferimento al generale de Gaulle, riferimento che non ha avuto successo in quanto le posizioni espresse fanno eco a quelle di quest'ultimo. Infatti, lontana dai paradigmi applicati dal presidente all'inizio del suo mandato, la nuova strategia che intende applicare si basa soprattutto su una riconquista sovranità nazionale, capace di federare tutti o parte degli europei con l'esempio ma anche con capacità concrete. Forze francesi, nel tentativo di riportare l'Europa all'autonomia strategica necessaria per mantenere il controllo del proprio destino.
Il ritorno dei conflitti interstatali e delle principali minacce
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