In occasione dell'inaugurazione del forum di Pechino Xiangshan, il ministro della Difesa della Repubblica popolare cinese, Wei Fenghe, ha pronunciato un discorso energico sul desiderio del paese di riguadagnare la sua unità e riportare Taiwan all'interno della "madrepatria", come aveva già fatto alle riunioni di Shangri-la nel mese di giugno. Secondo lui, e come è stato stabilito in il nuovo Libro bianco cinese, tutte le iniziative esterne volte a sostenere i "secessionisti" non fanno che aggravare la situazione e allontanare le possibilità di una soluzione pacifica da un'inevitabile traiettoria storica. "Non possiamo perdere un centimetro del territorio lasciato in eredità dai nostri antenati", ha affermato, sottolineando ancora una volta che Taiwan è un affare interno per la Cina popolare e che non tollererà interferenza esterna.
Questo discorso non è una novità; è stato ripetuto più e più volte per dieci anni da Pechino, e in particolare dall'arrivo al potere di Xi Jinping, che ha fatto del ritorno di Taiwan nella piega nazionale uno dei punti di forza della sua azione politica. Tuttavia, e nonostante gli annunci sempre più sostenuti dalle autorità cinesi, la situazione non è quasi cambiata per Pechino su questo argomento, al contrario!

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