Nelle ultime settimane il tono si è alzato tra le autorità americane e l'Unione Europea. In questione, le restrizioni imposte dagli europei ai finanziamenti concessi dal programma PESCO[efn_note]Cooperazione strutturata permanente[/efn_note], dal programma EDF[efn_note]Fondo europeo per la difesa[/efn_note] e dal programma PEDID[efn_note]Programme Européen de Développement Industriel de la Défense[/efn_note], che richiedono che le società che lo affermano siano effettivamente di proprietà di interessi europei. Ne sono escluse infatti le grandi aziende americane, ma anche quelle britanniche dopo la Brexit.
E questo non è al gusto delle autorità statunitensi che, attraverso la voce del suo ambasciatore presso l'Unione Europea, Gordan Sodland, e in linea con i metodi negoziali di Donald Trump, hanno dato tempo fino al 10 giugno all'UE per "rivedere la sua copia", quanto è necessario, gli Stati Uniti metterebbero in atto misure "protezionistiche" per impedire alle aziende europee di accedere al mercato statunitense. La minaccia, oltre al suo aspetto poco diplomatico, suona anche un po 'vuota, in quanto, come sottolinea Laurent Lagneau in il suo articolo, il reciproco esiste già negli Stati Uniti… dal 1933!
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